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La sopravvivenza delle stazioni sciistiche al tempo del COVID-19

26 Mar

Questo momento così straordinario, nel senso che non si è mai verificato prima, cambierà molto del mondo che ci siamo lasciati alle spalle. Molte delle attività e dei capisaldi culturali ed etici a cui facevamo riferimento non saranno più gli stessi. L’economia che sempre viene tirata in ballo per i macro problemi (Bond, spread, Eurobond) a cascata influenza tutte le attività produttive e commerciali fino al piccolo negozio a conduzione familiare sotto casa.

Questo vale per tutti i settori dall’alimentare, al venditore di auto, all’albergo, alle stazioni sciistiche …

Potete pensare che lo sci, in un contesto così compromesso è una cosa di cui si può fare a meno, forse… ma lo sci rappresenta posti di lavoro e soprattutto un indotto che rappresenta tre volte il fatturato del gestore dell’impianto di risalita.

Quale sarà il futuro di queste realtà imprenditoriali indispensabili alla sostenibilità economica di intere vallate?

Sul mercato italiano le Regioni sostengono economicamente l’attività del turismo invernale sulla neve con diverse modalità e precisamente: l’esercizio degli impianti di risalita, l’innevamento tecnico, la manutenzione delle piste e la loro messa in sicurezza.

Le risorse a disposizione sono rilevanti, svariati milioni che le Regioni indirizzano a tutti gli esercenti titolari di concessioni (stazioni sciistiche di sci alpino e nordico) a fronte di rendicontazioni che possono e devono essere ulteriormente finalizzate alla sostenibilità economica del pacchetto turistico offerto sul mercato.

Questo risorse sono concesse a tutte le stazioni con una meritocrazia non sempre condivisibile, Legambiente lo definisce “accanimento terapeutico”, ad esempio i criteri di assegnazione tengono conto dei risultati economico/finanziari o viene erogato in modo proporzionale al proprio fatturato? km di piste? biglietti venduti? senza considerare il proprio utile di esercizio, anche tenendo conto di eventuali investimenti in essere.

Quali realtà imprenditoriali possono permettersi di stare sul mercato? Questa è la domanda che dovremmo porci.

Nei tempi futuri, che saranno difficili e pieni di sfide, potremmo permettere l’utilizzo di risorse pubbliche verso stazioni sciistiche che, senza quelle risorse aggiuntive, non avrebbero alcuna chance di sopravvivere? Anzi la dispersione potrebbe compromettere addirittura la sopravvivenza delle realtà virtuose.

LEGAMBIENTE prevede un futuro fosco e pieno di ombre per lo sci ma dobbiamo cercare delle alternative sostenibili… esistono e sarà proprio il mercato ad indicarcele.

 

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